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-“Dottore ma perché questo dente non lo togliamo, mettiamo un impianto e non ci pensiamo più?”

-“Come può essere che sia cariato? Questo dente è già stato otturato un paio di anni fa!”

Ad ogni dentista capita di sentire queste frasi piuttosto di frequente. Da un certo punto di vista affermazioni del genere dovrebbero lunsingarmi, perché evidentemente chi le pronuncia lo fa pensando che una terapia realizzata me sia più resistente e duratura di un dente fatto da madre natura o, se preferite, dal Padreterno. Quando mi capita, cerco di spiegare appunto questo, ovvero che se un impianto dentale fosse migliore di un dente naturale,  nasceremmo con gli impianti al posto dei denti e che se un dente integro nella sua struttura è stato colpito dalla carie, lo stesso dente un volta curato sarà di sicuro meno resistente di quanto non fosse prima di cariarsi. Di solito aggiungo una battuta/provocazione: “ma scusi, ma se va dal medico per una bronchite, lei da per scontato che una volta guarito non le tornerà più?”

La maggior parte dei pazienti si rende subito conto che l’idea che avevano sulla durata delle cure era del tutto irreale, ma percepisco che a qualcuno resta il dubbio che io voglia mettere le mani avanti riguardo a problemi che potrebbe presentarsi in futuro, naturalmente perché gli sto rifilando un lavoro fatto male, o giustificare una mia cura eseguita in passato che è fallita, magari dopo 7-8 anni, e che quindi a loro modo di vedere è stata un insuccesso, appunto perché non eterna.

Naturalmente immaginare che una protesi sia migliore di ciò che va a sostituire è assolutamente irrealistico: sia per quanto riguarda la durata, sia per quello che riguarda le “prestazioni”. Nessuno penserebbe che con una protesi d’anca si possano fare le stesse cose che si possono fare con le proprie anche naturali, né penserebbe che con delle protesi alle gambe si possano fare performance sportive indimenticabili, Alex Zanardi a parte.

Probabilmente all’origine di questo modo di ragionare c’è anche la responsabilità di qualche dentista, ma anche la spinta commerciale delle case produttrici di prodotti dentali, in particolare gli impianti.  Questo modo di ragionare ha portato e porta a delle conseguenze rilevanti, come ad esempio quella di trascurare i propri denti, tanto poi possono essere curati definitivamente o sostituiti con impianti che saranno eterni.

Nessuna terapia che un dentista può fornire ai propri pazienti può essere considerata definitiva. I materiali  utilizzati nelle cure odontoiatriche hanno un deterioramento nel tempo dovuto all’uso e alla permanenza in bocca, quel che resta dei denti curati/ricostruiti/incapsulati può andare incontro a nuove patologie, gli impianti posso fallire precocemente o avere problemi dopo qualche anno.

Quindi come comportarsi? La strategia vincente è come sempre la prevenzione. Mantenere il più a lungo possibile in salute la propria bocca, oltra ad avere effetti benefici sulla salute generale, come abbiamo visto qui e qui, permette di limitare al minimo gli interventi del dentista, anche perché di solito le durata nel tempo delle nostre cure è inversamente proporzionale alla loro complessità. Andando sul concreto: controlli  e sedute di igiene con una periodicità stabilita dal vostro dentista di fiducia e igiene domiciliare attenta e frequente.

Del resto solo “un diamante è per sempre”. O era forse l’Herpes?

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